di Grazia Ruini

Nel referendum di San Marino un’ affluenza alle urne del 41% e di queste un 70 % favorevole alla depenalizzazione dell’aborto. 
Questo risultato in un contesto cattolico come il nostro piccolo gioiello estero nel cuore della Romagna rivela il motivo per cui in Italia la cultura della morte non recede: i cattolici , nella maggior parte,  hanno alzato le braccia. 
Ci arrendiamo di fronte a questo tsunami che ha inondato  l’occidente e vede come minacce insopportabili le piccole dighe che ancor resistono: Malta , Andorra e il Vaticano.


In effetti , anche se piccole queste  realtà sono davvero una minaccia per lo strapotere del pensiero unico, perché continuano a far brillare la verità: con l’aborto si legalizza l’omicidio e si distrugge la vita di bimbi, madri, padri, fratelli, nonni e di conseguenza si distrugge la società.
Questo non è solo conseguenza di un senso di impotenza, ormai si sono diffuse  anche tra i cattolici le idee sciagurate del pensiero abortista: che un figlio non voluto sia  inaccettabile, che in fondo se non sei credente non commetti un delitto ad abortire, che debba essere una scelta individuale della donna.


L’aborto non ci fa più inorridire:  lo scusiamo e  magari anche lo approviamo per i famosi casi di stupro, come se potesse esserne  una parziale soluzione.
Pensiamo di non esserne responsabili perché noi non lo faremmo mai, anche se poi non ce la sentiamo di impedire ad altri di compierlo.


Eppure papa Francesco è stato chiaro:” è un omicidio, è come assoldare un sicario”.


Per quanto la mentalità abortista sia pervasiva non può cancellare la realtà di un delitto che massacra donne e bimbi. La convinzione di eliminare solo un  “grumo di cellule” non allevierà il dolore  e il peso di un istinto materno ferito e non colmerà il vuoto di un’assenza. Solo la misericordia del perdono può farlo e questo passa per quella verità che il mondo nega.

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