di Roberto Gualandi


Continuo a vedere persone che postano le loro belle foto con la faccia
disgustata dalla situazione di degrado nei vari quartieri, o mentre
raccolgono i rifiuti, o mentre parlano con questo o quel commerciante
per raccogliere voti.
Siamo in campagna elettorale, è giusto, bisogna farsi vedere. Dovrei
farlo anche io, dopotutto si fa così politica oggi.

Invece nel mentre io me ne sto in fabbrica a fare le mie 8 ore di
turno senza pausa in piedi, a sudare davanti al nuovo “centro di
lavoro cnc” che non ha bisogno di riposare, che ti sputa fuori più
pezzi di quanti tu non riesca a metterne dentro, e il superiore
giustamente con il fiato sul collo perché bisogna finire la commessa
per tempo.

Penso a quelli là che si fanno le foto sorridenti in camicia, che
hanno il tempo e il fotografo che li può seguire per il servizio sul
degrado, che vengono rincorsi dai giornalisti perché sono conosciuti.

Penso che le soluzioni che propongono non varrebbero una ceppa per il
mio caso. Penso che propongono la “cittadella dell”happy hour” o come
accidenti la chiamano per risolvere i problemi. Penso che prevedono un
aumento di spesa da 164 milioni (MILIONI!) di euro all’anno per il
tram e tolgono 3 milioni dall’istruzione e 5 dalla cultura per i
prossimi tre anni. Che nell’anno del covid invece di tentare un
potenziamento delle strutture sanitarie e scolastiche si parla di
“riaprire alla movida”.

Penso: ma che ne sanno loro là? Che ne sanno del lunedì mattina con la
sveglia alle 04 e il nero fuori che l’alba non la vedi finchè non sono
le 13.30 ed esci? E della moglie che dorme nella stanza accanto perché
lei può dormire che si deve alzare alle 06 per andare a scuola? E
secondo loro alle 21.00 vado a far della movida se poi alle 04 mi devo
svegliare per un lavoro che se mi addormento perdo una mano?

Ma che ne sanno dei figli che la sera esci alle 21.15 da lavoro e
corri in macchina un pelo oltre al limite (che sennò le multe
fioccano) fino a Ferrara per sperare di poterli almeno salutare prima
che vadano a dormire? O della sveglia da mettere comunque presto
perché li devi accompagnare tu a scuola perché la moglie è di turno in
ospedale, anche se vorresti dormire fino a mezzogiorno?

Che ne sanno delle scarpe antinfortunistiche antiscivolo che vanno
limate se sono nuove perché sennò sembra di pattinare sul ghiaccio? O
delle misure di sicurezza che ci sono, ma che non riesci a seguirle
perché si rallenta la produzione dell’azienda già in crisi?
Che ne sanno del capo che ti chiede, con tutta la gentilezza
possibile, di fare dello straordinario e che tu gli diresti volentieri
di no, ché sei a pezzi e vorresti soltanto fare una doccia e andare a
dormire e invece “si signore, va bene” perché hai bisogno dei soldi
per i libri di scuola dei figli, e perché l’azienda sta in un brutto
periodo e bisogna finire prima possibile la commessa?

Che ne sanno del sindacato che ti viene a dire “abbiamo avuto un gran
successo, 40 euro di aumento al mese fra due anni!” ma si parla dei
quinti livelli e i terzi livelli ne prendono forse la metà? E che tu
li ringrazi i sindacati, perché senza di loro non avresti ottenuto
nemmeno quelli, quindi per fortuna che ci sono, ma è una guerra tra
poveri con le aziende, e il governo chi lo ha mai visto?

Che ne sanno dei rider che vanno contromano perché se fanno almeno 15
consegne prendono il bonus da 5 euro?
E degli stuart e hostess che vengono pagati a tre-mesi-fine-servizio a
4.5 euro all’ora per 8 ore dalle 08 alle 17, presentandosi
obbligatoriamente un’ora prima per il briefing e andando via due ore
dopo per il debriefing – non pagati – e tanto l’ora di pausa non la
puoi fare mai?
E dei soldi che li ottieni solo se e quando rincorri l’agenzia per
tutti e cinque i mesi (ma non erano tre?) minacciandola di andare da..
qualcuno? E da chi poi, che non c’è il sindacato hostess e stuart..

Ma che ne sanno.

La cittadella dell’happy hour, ecco che ne sanno.
Il caffè della peppina, ecco che ne sanno.
Il tram da 164 milioni di euro all’anno, che finirà come il civis,
l’Emilio, il trenino per l’aereoporto e le mille altre grandi opere
inutili e dispendiose, ecco che ne sanno.

E mi vengono a parlare di diritti.

E mi chiedono: “Perché tu cosa faresti invece?”
Be’, io che l’ho vissuto ecco che farei.
Darei ai rider il contratto, non il sindacato. Legifererei perchè ogni
servizio di ristorazione che assume un rider a tempo indeterminato
almeno part-time venga  detassato sul dipendente e anzi, abbia un
contributo di sostentamento. Mi farei  garante dei rider, non passarei
la palla al sindacato che tanto non lo ascolti nemmeno quando viene in
piazza.

Darei alle imprese di hostess/stuart l’obbligo di versare il
corrispettivo entro 10 giorni dall’ultima ora servizio, obbligandole
così ad avere la disponibilità dei soldi _prima_ di proporre il
lavoro.  Imposterei anche per loro un salario minimo sopra ai 7 euro,
che così chi studia e si mantiene con questi lavoretti magari può
usare qualche euro in più per il cinema o l’aperitivo a quel punto –
ma tanto non lo farà perché ha l’affitto da pagare.

Creerei quindi degli alloggi universitari a prezzo calmierato fuori
dal centro, con aule succursali per i corsi universitari che possono
essere trasformate in cinema o, perché no, sale eventi. La “movida” si
creerebbe li intorno da sola, non dovrei spenderci un soldo per
incentivarla, basterebbe tenerla controllata.

Darei alle aziende che hanno fatto cassa integrazione un bonus per
integrare lo stipendio perso dai dipendenti, ché possano pagare
regolarmente l’affitto e l’ufficiale giudiziario di turno avrebbe meno
sfratti da eseguire – che non sono mai incarichi piacevoli.
Darei alle scuole un bonus per comprare i libri e fornirli
direttamente agli studenti.

Darei alle Partite Iva singole il riconoscimento dei tributi inps
anche se non hanno raggiunto 18mila euro all’anno di fatturato, anzi
magari verserei io la mancanza così non do soldi a loro, ma comunque
rimpolpo le casse inps e a loro do un anno di pensione!

E perché non pretendere  un concorso, uno almeno, per le forze di
polizia da fare fra tre anni e che preveda formazione, istruzione,
acquartieramento delle famiglie e stipendio assicurato, invece della
solita frase “La prima parola è SICUREZZA..!” e son 10 anni che la
sicurezza prende solo 38 milioni, e sempre meno ogni anno.

O pretendere un concorso per assumere  infermieri in ogni ospedale –
che sono sempre sotto personale – invece di investire un solo milione
e mezzo all’anno per la tutela della salute.

O pretendere un concorso  per il corpo docente che oggi si assumono
gli insegnanti appena laureati per avere la scusa e non metterli di
ruolo.

Prechè non proporre una gara per le facoltà di ingegneria,
architettura, informatica, persino giurisprudenza per creare un intero
quartiere a misura di famiglia, con la ciclabile perfetta, in accordo
con i bisogni delle famiglie, della viabilità e dell’ambiente. Invece
di togliere oltre 4 milioni all’anno al settore istruzione.

I soldi ci sono, ma no: la cittadella happy hour, il tram e il treno
sono le priorità.

E penso.
Ma davvero solo io lo penso?

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